Scuola Libertaria

Rispetto a quelle di Paul Goodman, le mie posizioni sui temi educativi rimangono più radicali. Ci sono però in Goodman riflessioni che condivido senza riserve, anche perché desunte da osservazioni oggettive e già storicizzate. Scagliarsi ad esempio contro i famigerati test non può far altro che trovare in me un compagno di lotta. Nel 1963 Goodman dichiarava: 'La definizione sempre più rigida dei test di competenza decisi astrattamente su scala nazionale fa in modo che il lavoro in classe verta principalmente sulla preparazione in vista di questi stessi criteri'. 
La critica si pone su due binari, quello dei test in sé, e quello della centralizzazione del sistema di comando. Quindi Goodman aggiunge: '...lo standard nazionale diventa, inevitabilmente, un inflessibile dominatore. Televisione e insegnamento computerizzato sono ormai realtà così formalizzate che tutti ne recepiamo i contenuti nello stesso modo, senza avvertire il bisogno di dialogo'.
Si pone implicitamente l'accento anche sul ruolo degli insegnanti, i quali, anche a causa dei vincoli ordinati dalla centralizzazione, diventano inevitabilmente dei burocrati (giusta la critica degli insegnanti italiani di fronte ai test Invalsi, i quali si chiedono: 'ma noi che cosa ci stiamo a fare'?), e allora Goodman non manca di proseguire: 'sempre più nella scuola primaria così come alle superiori, gli insegnanti hanno progressivamente abdicato al loro ruolo a favore di consulenti, specialisti o amministratori, così che quelle relazioni significative e indispensabili per far maturare allo studente la fiducia e un orientamento tendono a instaurarsi solamente in situazioni estreme. Pare quasi che per essere presi in considerazione come esseri umani si debba passare per 'devianti'.

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